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VISIONI, ILLUSIONI. RICORDI…

“Ieri mi sentivo intelligente, così volevo cambiare il mondo.

Oggi mi sento un po’ più saggio, e voglio cambiare me stesso.”

Rumi

Non so voi, ma io ho sempre più questa strana sensazione che il tempo se ne vada via come un fulmine. Qualcuno dice che dipenda dall’età, ma secondo me le nostre giornate sono sempre più piene di eventi, faccende e adempimenti pressoché inutili che offuscano la percezione della tua vita e delle cose davvero importanti. Come dice quella frase:

“La vita è quella cosa che scorre mentre sei impegnato a fare altro”.

Così, invece di star troppo a occuparsi delle vicende in voga questi giorni bisognerebbe preoccuparsi delle Armi di Distrazione di Massa, cioè i media, i social, i dibattiti tv, i commentini su Facebook, nella fiera della maleducazione…

Cioè, tutta quella roba che irretisce e ci fa passare il Tempo in inutili questioni & chiacchiere, tipo i dibattiti “comelavedi? chennepensi?” sull’effetto Trump eccetera… mentre la tua vita scorre lontano da te. Come le onde di un mare d’autunno, che se ti fermi un attimo ti rendi conto che i Trump e le Hillary, i belli e i brutti, buoni e cattivi, i “si” e i “no”… sono tutte cose che contano quanto i granelli di sabbia nella risacca. Alla fine non contano niente. Sono illusioni, che ti fanno vivere come in una sorta di dormiveglia che non capisci bene quello che succede. Sarebbe meglio però svegliarsi prima di passare in un’altra dimensione, dove tutta quella roba non ha più alcun senso.

Nel buddismo si parla di “demoni”, che però non sono quelli con le ali e la faccia cattiva che vanno per la maggiore oggi nelle serie tv; né le bambine esorcistiche dai verdi conati… No, la traduzione dalle lingue antiche è “ladri di vita”. I “demoni” sono ciò che ti ruba il tempo e le energie e si impossessa della tua vita, senza che tu te ne accorga, immerso come sei nelle illusioni. Forse è per questo che mi pare di vedere un sacco di gente che sembra “posseduta”, indemoniata, ad esempio quando guardi uno dei tanti dibattiti in tv. Sembrano crociate fra sordi che con la schiuma alla bocca cercano di piegare l’altro infedele. Nessuno ascolta. Non frega niente a nessuno dell’opinione dell’altro. Ma tutti a giudicare; tutti a lamentarsi. Che alla fine si diventa ciechi (o illusi) e non si apprezza più niente.

Tutta roba che ti priva della forza vitale e ti porta verso stati d’animo negativi. Tutta roba inutile che sommerge la rete di energie sottili che ci connette al di là di spazio e tempo. Ma forse ho le visioni e mi sbaglio.

Invece di correre per andare sempre avanti – il progresso e gli obiettivi da raggiungere – meglio ogni tanto lasciare tutta quella fuffa inconsistente e fermarsi, a guardare le onde e i granelli di sabbia. E ricordare.

I ricordi servono per dare valore al presente. Ti ricordano il passato che non può più tornare e quindi ti ricordi di dare il giusto peso alle cose del presente che invece ti distolgono. Ricordare l’attesa negli occhi dei bambini la sera di Natale; lo sguardo di chi ti ama, che vale un miliardo di parole; ricordare quel giorno, quel momento, una risata, un tono di voce…

Allenarsi a ricordare è una missione, in un mondo dove la memoria svanisce e il presente viene soffocato da un futuro inesistente di illusioni, che si riproducono come i virus di un’epidemia.

Se poi si vuole dare un senso agli eventi di questi giorni, dall’elezione di Trump in giù, penso sia inutile affidarsi alle Armi di Distrazione di Massa. Meglio cercare interpretazioni alternative, ad esempio Nassim Taleb che ha appena coniato la definizione di Intellectual Yet Idiot (dove Yet significa “tuttavia”). Ciò cui stiamo assistendo ultimamente in tutto il mondo – dice Taleb – è una ribellione della gente verso il Circolo degli “Intellettuali Ma Idioti”. Sono quei politici, economisti, giornalisti, banchieri, managers, tecnocrati, burocrati.. che con aria un po’ paternalistica ti dicono cosa devi fare, cosa pensare, dire, mangiare, votare… per il tuo bene. E se non lo fai schiumano di rabbia e ti guardano come fossi matto da legare. Loro sanno cosa è bene per te (anche se spesso sono mediocri e ne sanno molto meno di te), ma loro non si sporcano mai le mani e mandano sempre avanti gli altri. (*)

Sono il “famoso” 5% top della popolazione, che ha visto negli ultimi anni il suo reddito impennarsi, a dispetto del restante 95% (in rosso nel grafico). Proprio da quando, nel 1971, è stato abolito il gold standard. Matuguarda:

Uno dei modi migliori fino ad oggi per tener buona la gente del 95% – mentre la cosiddetta globalizzazione la stritola – è quello di dargli in pasto (come si fa con i croccantini per i cagnolini) una divisione, una dicotomia su cui dividersi e quindi azzuffarsi. Tipo gli schieramenti politici: i Repubblicani e i Democratici, i buoni e i cattivi o viceversa, secondo il punto di vista. Quando però la gente comincia ad accorgersi che dietro le quinte ci sono sempre i soliti Intellectual Yet Idiot, allora si prova con l’idea suadente della democrazia diretta: “Facciamo un referendum, così decidete voi”.

Come in Grecia, dove il governo del Circolo Intellectual Yet di cui sopra ha ribaltato la scelta del popolo mentre ancora faceva festa in piazza col sirtaki. O in Olanda lo scorso aprile, dove il 60% dei votanti ha detto “no” a un trattato Ue con l’Ucraina, che prevedeva far l’altro il libero ingresso degli ucraini. Volontà popolare subito sommersa in nome dei tecnocrati di Bruxelles. E la Brexit, che ora viene messa in discussione da un ricorso all’Alta Corte. Fatto da chi? Da un minatore del Galles?, da una maestra elementare di Liverpool?… Ma no: il ricorso anti Brexit, accolto dall’Alta Corte britannica (per cui ora il Parlamento dovrà decidere se il referendum conta qualcosa o conta una mazza)… il ricorso è stato fatto dalla signora Gina Miller, mega multimilionaria moglie e business partner di un noto gestore di hedge fund della City (autoproclamatasi paladina dei diritti civili). Graziosa famiglia dell’élite speculatrice, parte della nuova tecno-aristocrazia di cui parla Taleb. Gente che è poi attivissima in Fondazioni senza fini di lucro ed opere di bene. E non si provi qualcuno a dir qualcosa su di lei, che essendo un po’ scura di pelle (originaria della Guyana) arrivano subito quelli delle crociate schiumanti di rabbia, che “sei un razzista”. (**)

Così, in quest’aria fin de siecle, quando sento gli incessanti dibattiti sul si/no del prossimo referendum, coi tagli al Senato ecc., mi vengono queste visioni, che se continuiamo così in Senato fra un po’ ci andranno i cavalli, in pieno stile tardo Impero.

Chissà, magari la Brexit o Trump porteranno qualche novità. Chissà. Per il momento pare che il futuro ministro del Tesoro scelto dal futuro presidente Usa sarà uno che viene… da Goldman Sachs; o addirittura il mega capo di JP Morgan. Un buon inizio. Chilavrebbemaidetto, eh? (***)

E mentre il mondo intero è distratto, impegnato nei dibattiti e nel dormiveglia, il nuovo premier indiano, acclamato come fautore del rinnovamento, porta avanti progetti che uno si chiede chi glieli abbia suggeriti: dall’oggi al domani sono state abolite le banconote da 500 e 1000 rupie (che costituiscono l’80% delle transazioni cash in India). Come dire che, per la nobile lotta all’evasione tanto cara a chi ama fare le paternali, si annunciasse che da domani i fogli da 20 e 50 euro non valgono più:

Tutti in fila agli sportelli per cercare di cambiarli (mentre gli Intellectual Yet… se la ridono, che la gente la si tiene meglio per le bolas). Intanto in Australia aumentano le banche che non accettano più il vile cash, ma solo fighissimi numeretti in un computer… (****)

Ma, ma… la soluzione?

La soluzione è prima di tutto individuale.

Passare la vita ad aspettare che ci spieghino cosa dobbiamo fare, ad aspettare se un Trump o una Hillary, o un referendum cambierà le nostre vite… E’ come aspettare e illudersi che la domenica sera qualcuno farà per te i compiti di matematica per l’interrogazione di domani. Lo sappiamo fin da piccoli che così non funziona.

E ora che si fa?

Se intanto la smettiamo di stare dietro alla nenia blabla sulle implicazioni di Trump per i mercati, roba che serve solo nel breve agli strategist e ai gestori/economisti per aver qualcosa da dire e giustificare la loro esistenza, ci si rende conto che sono due le forze all’opera: i tassi e il trend delle cosiddette “Fang”, le azioni più amate dal mondo intero (che si suppone possano crescere all’infinito): Facebook, Amazon, Netflix, Google… Ultimamente questi colossi, pilastri del bull market di questi anni, stanno scricchiolando un po’. Forse qualcuno comincia a chiedersi se non si è un po’ esagerato con le previsioni rosee. Non un bel segnale per il mercato azionario in genere.

L’altra forza in movimento è quella dei tassi, con la duration dei bond di cui si parlava l’altra volta. Mentre gli espertoni ci dicono che i tassi resteranno a zero per lungo tempo, il Btp 2067 comprato da Bottavio a ottobre (perché rendeva il 2,5% e se lo strappavano di mano) ha perso il 12% in pochi giorni… Il trend dei tassi è una forza secolare e non dipende dal volere di qualche banchiere centrale. E quando si invertirà saranno dolori:

Quindi? Quindi i Portafogli Colorati sono stati aggiornati da Dolores (che è sempre all’Opera, con la O maiuscola), gli stop loss adeguati, gli asterischi rimeditati… Il che è tutto ciò che ci sentiamo di fare oggi. Può darsi che si balli un po’. Chi non sopporta la volatilità farebbe meglio a comprare un Buono Postale. Chi è preoccupato venda o riduca il rischio e poi spenga il computer. Nessun potenziale guadagno in denaro potrà mai ripagare per lo stress (che ammala) e la vita persa dietro alle previsioni dei guru e i sueggiù quotidiani. Invece dei guru, meglio un consulente serio e preparato, in grado almeno di evitare stress e disastri. Che per guadagnare c’è sempre tempo.

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