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PANDEMONIO


Deserto di Atacama, Antofagasta, Cile - Photo ®USGS Unsplash

"E' molto più facile ingannare la gente, piuttosto che convincerla che è stata ingannata"

Mark Twain





L’altro giorno ho dovuto comprare una nuova tv per mia madre. Lei era molto preoccupata, convintissima che a breve la sua avrebbe smesso di funzionare. Bisogna capirla, ormai fanno un po’ di terrorismo su tutto: dalla pandemia, ai bambini untori, ai televisori che a breve non funzioneranno più a causa del passaggio al nuovo standard digitale.

Lo chiamano lo switch off, lo spegnimento, l’abbuiamento; che suona un po’ come un cataclisma. Così mi sono dovuto precipitare a comprare un nuovo apparecchio.

I problemi sono iniziati quando ho cercato di farlo funzionare. Infatti, ero rimasto a quei televisori che li levi dalla scatola, attacchi la spina, colleghi l’antenna e loro, ubbidienti, ti fanno vedere quello che vuoi.

Naturalmente ora è tutto molto più complicato. Appena l’ho acceso lui ha cominciato a chiedermi cose strane, tipo: “Vuoi connettere le funzionalità di Android?” oppure “Sincronizza il tuo account, accedi e digita la chiave di rete del wifi” … e poi: “Che cosa vuoi sintonizzare? Sat? Digitale? HD?”...

Dopo un po’, ovviamente ho cominciato a rispondere di SI a tutto, che sennò non vai avanti. Compresa la domanda:

“Vuoi accettare i cookies? Li usiamo per controllarti meglio e se rifiuti non potrai vedere una mazza”.

Poi ha iniziato a parlarmi anche l’assistente Google incorporato: “Ciao, hai già fatto la quarta dose?”. Immagino che a breve ci vorrà un QR code anche per accendere la tv.

Non so voi, a volte io mi sento un po’ fuori posto. Nel senso che mi vengono dei pensieri e ho un po’ di timore a esprimerli, che magari mi prendono per matto. Certe cose oggi bisogna stare attenti a dirle: tipo che siamo un pochino schiavizzati allegramente dalla tecnologia, che ultimamente è sempre più invasiva. Chilavrebbemaidetto.

Oppure mi viene da pensare che stiamo diventando seguaci del culto della Scienza. Oggi se metti l’etichetta “Lo dice la scienza” puoi andare oltre tutto: diritti, leggi, qualunque cosa… E il bello è che più la corda viene tirata da questi nuovi “sacerdoti” e più c’è un sacco di gente che sembra contenta di adeguarsi. Senza neanche porsi il problema se l’etichetta sia affidabile o solo approssimativa.

Tornando alla nuova tv, per provare la potenza dell’audio ho messo a tutto volume uno di quei talk show dove si urlano addosso e si azzannano. Tuttapposto, le pareti vibravano.

E dire che poco più di un anno fa c’erano quelli che cantavano dalle terrazze, sventolando le bandiere “Andrà tutto bene”. E io scrivevo che tutto questo casino del covid avrebbe riportato un po’ di riflessione, un po’ di saggezza, di umanità in un mondo che stava andando fuori rotta…

Macché. Tutte fregnacce.

È proprio come diceva Frank Herbert, parole forti:


“La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale.”


La paura spegne i cervelli. E praticamente uno non se ne accorge nemmeno.

Ho assistito a questa scena poco tempo fa: mia figlia (18 anni) doveva partire per la Spagna, andava a fare un corso di studi di un mese, una cosa molto bella a cui teneva molto. Il giorno prima della partenza ha chiamato una zia per salutarla e questa le è praticamente saltata addosso: “Aaahrg!, la Spagna?! Stai attenta, i contagi, la pandemia, i MORTI!...”

Quando ho preso il telefono e ho protestato, lei ha ribattuto che lo faceva per darle informazioni utili. Come se a uno che sale in macchina gli dicessi quanta gente muore ogni giorno sulle strade.

Queste non sono informazioni, è diventata un’isteria che serve solo a distruggere la luce della vita. Come la luce negli occhi di mia figlia, che traballava mentre al telefono la inondavano di incubi.

Smettiamola. In fondo, con un po’ di buona volontà, non è così difficile connettere due neuroni e ricominciare a pensare prima di aprire bocca.

È come nei dibattiti tv che dicevo prima: se guardi bene ti accorgi che ognuno sta scaricando addosso agli altri i propri incubi, le sue paure. È una pura forma di egoismo. È veleno. È una funzione demoniaca.

In che senso?

Nelle filosofie orientali esiste la figura dei demoni, rappresentati in genere in forma di mostri con fattezze di rettili (proprio come in altre religioni). Ma più che esseri viventi spaventosi, al di là dell’iconografia, i demoni sono le funzioni del lato oscuro della vita. Sono energie, vibrazioni negative che ci stanno intorno e possono contaminarci.

I demoni (mara in sanscrito) vengono definiti “ladri di vita”, nel senso che sono l’egoismo, le paure, gli attaccamenti che prosciugano l’energia positiva, la vitalità brillante e trasformano chi viene contaminato in una specie di zombie.

Per questo mi viene in mente la parola pandemonio: nella situazione attuale di questa pandemia il vero rischio è quello di soccombere alla funzione del demone: ladro di vitalità.

Mi torna in mente quello che ho scritto in ospedale un anno fa nel libro My Covid, una cosa di cui sono sempre convinto:


"Su questo letto - la mia tana - negli sprazzi di silenzio nella notte, con le luci basse, mentre prendevo una pausa dalla scrittura, a volte la mente vagava.

Se ne andava un po’ in giro a esplorare; ma alla fine tornava sempre con la stessa domanda: cosa ci lascia il covid?


Ci scriveranno i libri di storia sui cambiamenti sociali ed economici, le crisi e le sofferenze, a partire dalla pandemia del 2020.

Forse diventeremo un po’ più giapponesi, con mascherine e inchini - più o meno sinceri - al posto di una bella stretta di mano. Per non parlare di baci e abbracci.

Ma, da qua dentro, il sentimento che vivo – che strano – è di una grande tranquillità di fondo. Non mi preoccupo.

Anche i bambini troveranno la loro strada per continuare a ciucciare la matita del compagno di banco. Per evolversi bisogna adattarsi: i sistemi rigidi si spezzano. E i bambini sono veri campioni nell’adattarsi: per loro l’evoluzione è una cosa del tutto naturale. Loro sì che sanno andare oltre.


Io posso solo cercare di raccontare che cosa my covid sta lasciando a me.

Questa piccola bestia, mi sta ricordando l’importanza delle Piccole Cose Essenziali. Quelle che trascuriamo e non apprezziamo mai, persi nella frenesia della vita pre-covid.

Imbevuti di presunzione: convinti, chissà mai perché, che tutto sia in qualche modo dovuto, scontato.

Le Piccole Cose Essenziali sono quelle che, quando te ne prendi cura, le accogli con rispetto e le fai tue… ti si accumulano dentro fino a diventare Grandi Cose Straordinarie.

E allora ti cambiano la vita.

Perché una grande vita di straordinarie soddisfazioni è fatta in realtà di piccole cose che, quando finalmente le noti, ti illuminano il percorso.

Forse qui dentro è più facile comprendere questa magia, che in realtà ci si para davanti ogni giorno. Ma che, offuscati come siamo, non vediamo quasi mai. Per questo, in fondo, mi sento fortunato a esser passato di qui.

Qui dentro le Piccole Cose Essenziali sono più vivide. E non puoi fare a meno di apprezzarle.

Come quando, per la prima volta riesci ad arrivare fino in bagno senza rantolare. Riesci a lavarti i denti, lentamente ma senza tossire. E ti si accende dentro una lucina che si chiama speranza.

Oppure quando, dopo otto giorni di digiuno a casa e quattro di pappine, un piattino di plastica con un po’ di zucchine lesse, pane e olio ti sembra la cosa più buona del mondo. Una libidine pazzesca che vorresti non finisse mai.

O come quando, oggi, mi hanno fatto fare il “walking test”, che in fondo è solo una piccola camminata di 6 minuti su e giù per il corridoio. Sempre con gli infermieri a bordo pista che ti incitano. E dopo, il dottor Gian ha deciso che non avevo più bisogno della maschera d’ossigeno.

Qui certe cose le apprezzi.

Apprezzare le piccole cose è ciò che ti consente di essere più umano, perché riesci a capire l’altro. Riesci a sentire il cuore di chi ti sta accanto."


Penso che per riuscirci abbiamo bisogno di tagliare tutto ciò che è superfluo (news, chiacchiere, paure, preoccupazioni …) e concentrarsi solo su ciò che conta. Cosa conta davvero nella vita?

È nel marasma delle cose superflue che si annidano i demoni “ladri di vita”.

Inutile scontrarsi, cercare di imporsi, di cambiare la mente di qualcuno. Come dice il proverbio:


“È facile svegliare uno che dorme, ma è impossibile svegliare uno che fa finta di dormire”.


In fondo, è più comodo adagiarsi sulle opinioni dominanti. Per avere un’opinione divergente bisogna faticare.

Il senso critico è faticoso, bisogna cercare, dubitare, perdere tempo, approfondire, imparare, riflettere… Certo, è una scelta: se usi il tempo per questo, ne hai meno per te.

E poi bisogna avere il coraggio di mettere in discussione, mettersi in discussione, pronti anche ad andare contro, trovarsi uno contro tanti. E ci vuole l’umiltà di ammettere gli errori e cambiare idea. Questo sì che è coraggio.

Ma bisogna essere anche pronti a subire l’invidia di chi invece non ha fatto come te e ti attacca, dicendo (in genere alle tue spalle) che sei un arrogante. Come dice il proverbio: “Se vuoi fare del bene, devi avere le spalle forti per sopportare il male che te ne verrà".


Tutto questo non per cercare il conflitto. Non serve. Ma per difendere un’idea, un ideale, un diritto. Altrimenti la vita si restringe. Invece, un piccolo gesto come quello di difendere un’idea, cercare una verità diversa, può fare grande la tua vita e può aiutare tante persone. Mi dispiace per chi si perde questa meraviglia.




E ORA CHE SI FA?


Prima di tutto devo tranquillizzare Bottavio.

Se non ricordate o non avete letto le sue disavventure (nel numero scorso di Bassa Finanza), le ripropongo qui:


“L’altro giorno si è visto revocare l’esenzione per le visite mediche perché quella mattina, quando si è pesato, la bilancia wifi collegata in remoto con l’Asl ha inviato i dati biometrici e l’algoritmo ha assegnato punteggio insufficiente causa sovrappeso: da green è passato a red.

Punteggio che era già calato il giorno prima, quando il frigorifero intelligente aveva rilevato tramite i codici a barre l’inserimento di prodotti alimentari non in linea con il protocollo.

Purtroppo una delle 12.000 telecamere che tutti i Comuni pare si divertano a installare (per la nostra sicurezza), con il software di riconoscimento facciale l’aveva anche beccato a mangiare un maritozzo al bar: l’app dello smartphone si è subito attivata e ha inviato al Centro Controllo i dati sulla glicemia. Così gli è stata revocata l’esenzione anche per il trattamento insulinico per il diabete, che ora dovrà pagarsi da solo, assieme alle visite di controllo cardiologiche. Come dice la notifica arrivatagli via email: “Gli effetti del Suo comportamento irresponsabile non possono ripercuotersi sulla collettività”.

Al colmo della sfortuna, il controllo automatico delle transazioni monetarie elettroniche (perché, come noto, i contanti sono sporchi e non vanno usati) ha rilevato che proprio quel giorno Bottavio ha comprato della benzina (per il motorino del nipote, rimasto a secco) e alcune bottiglie di vetro (per imbottigliare l’olio nuovo).

L’algoritmo anti terrorismo l’ha subito classificato come soggetto potenzialmente eversivo, probabile portatore di bombe molotov, e in real time gli è stato notificato un daspo con divieto di assembramento.

Purtroppo le sue colorite imprecazioni sono state subito carpite dai microfoni ambientali. Sul certificato digitale il suo status è stato automaticamente aggiornato in “Soggetto alterato. Non idoneo ai luoghi pubblici” e, per il bene della collettività, il suo Pass sullo smartphone è diventato Red, impedendogli di salire sull’autobus per tornare a casa.

Nel frattempo il nipote, mentre aspetta la benzina, ha pensato bene di usare il computer del nonno per chattare con gli amici mentre giocano a uno di quegli spara-spara online. L’algoritmo per il controllo Politically Correct ritiene quel linguaggio “violento e discriminatorio” e l’account Whatsapp di Bottavio e l’accesso all’email vengono immediatamente bloccati.

Al colmo della sfortuna, l’altro giorno Bottavio aveva mangiato la proverbiale zuppa di fagioli e cipolle (bio), specialità di sua moglie Ida. Così, mentre giocava a bocce gli è sfuggito un peto particolarmente denso cha ha quasi abbattuto un drone di Greta per la rilevazione di CO2.

Scattato immediatamente il riconoscimento facciale satellitare, Bottavio è stato catalogato come soggetto inquinante e, in base al punteggio della carbon foot print, l’algoritmo gli ha assegnato una multa per “Comportamente indegno e contrario al bene comune”, che è stata direttamente addebitata in tempo reale sul suo conto corrente. Alla terza multa gli bloccano anche l’accesso al conto e scatta l’obbligo di frequenza al Corso di Riabilitazione, sottoponendosi alle sedute di Odio & Rabbia Collettiva per essere purificato.”


Lo so, lo so, in molti (a parte i lettori cinesi) avranno pensato che come al solito io esageri. Solo che, l’accelerazione verso il controllo da parte dei Governi “per il bene del popolo” sembra proprio senza freni. Chilavrebbemaidetto.

L’altro giorno in Nuova Zelanda è stata approvata una legge che progressivamente vieterà il fumo a tutti, per diventare un’isola “smoke free”.



Ok, dirà qualcuno, è un bene per la salute. Certo, ma il problema è l’ipocrisia alla base di questa nuova forma di puritanesimo con tanto di caccia alle streghe. Visto che i bravi neozelandesi tracannano una media di tre bottiglie di birra al giorno (con un consumo pro capite di alcol quasi doppio rispetto alla media mondiale), ci si potrebbe chiedere come mai il premuroso governo non si occupi anche di vietare l’alcol. E, dato che lo zucchero fa male, potrebbero presto vietare Coca Cola e simili. E che dire del junk food? E della carne rossa? A questo punto ci starebbe bene un green pass che certifichi il fatto che sei un bravo cittadino perché non fumi, non bevi, mangi sano, non inquini (e, possibilmente, non trombi)…


Mah. Come diceva Mark Twain:

“È molto più facile ingannare la gente, piuttosto che convincerla che è stata ingannata”


Comunque, dopo la vicenda dei controlli (presto anche sui nostri schermi), il povero Bottavio è incappato in un’altra disavventura.

Due mesi fa è risultato positivo al Covid. Da allora è ancora chiuso in casa, perché non riesce a capire quanto debba durare la quarantena. Purtroppo, le ultime misure chiarificatrici degli scienziati governativi non lo stanno aiutando un granché.

Praticamente, per calcolare la durata della quarantena oggi devi fare la radice quadrata del numero di giorni intercorsi fra seconda e terza dose. Se nei hai fatte solo due, moltiplica al cubo. Poi, dal risultato ottenuto sottrai il numero seriale presente sull’etichetta del vaccino. Aggiungi il numero di tamponi effettuati per andare a giocare a bocce col super green pass e, se hai fatto tombola, puoi uscire di casa. Con una cinquina devi invece aspettare altri tre giorni (e indossare le ffp2 anche in casa). Dalla quarta dose in poi (il richiamo ogni 6 anzi 5 anzi 4 anzi 3 mesi…) bomba libera tutti e puoi uscire subito. Lo dice la scienza.


Mentre Bottavio è impegnato nel sudoku ministeriale, io sono alle prese con la signora Pina. Il tema è sempre quello di avere delle convinzioni che – ahimé - si rivelano illusorie.

Ad esempio, non riesco a spiegarle la differenza fra tassi nominali e tassi reali. Se poi le parlo di tassi negativi, lei si mette a ululare.

Il “tasso nominale” è quello che interessa a lei, cioè il tasso che trova scritto sui fogli che le consegna Ilario il Funzionario, il bravo consulente della Banca Traballa. Come sappiamo, la signora Pina si accontenta di guadagnare “il 3%, purché senza rischi”. Il che è già un’aspettativa illusoria, in un mondo dove gli investimenti senza rischio hanno un tasso negativo (cioè guadagni meno di zero, un modo carino per non dire che ci rimetti).

Ma l’illusione diventa degna del Mago Silvan quando si considera il “tasso reale”. Questo rappresenta ciò che realmente ti resta in tasca dopo che dal tasso nominale detrai il costo della vita, o se si preferisce, la svalutazione del denaro. È sufficiente dare un’occhiata alle bollette per capire che il costo della vita sta salendo. Parliamo di inflazione, che in realtà è il misterioso fenomeno per cui con gli stessi soldi di oggi potrai comprare meno cose domani. Diminuisce il potere di acquisto dei soldi, che appunto si svalutano.

Il che significa che, se ad esempio il tuo investimento rende il 3% (tasso nominale) ma il costo della vita sale del 5%, il tasso reale sarà -2% (tasso nominale 3% - svalutazione della moneta del 5%: 3-5=-2). Pensavi di aver guadagnato il 3% ma in realtà hai perso il 2%.


Oggi in termini di inflazione, grazie anche alle politiche del Super Green Panic, siamo in una botte di ferro. Come si diceva anche l’altra volta, la radicalizzazione gretinista in base alla quale si favoleggia di poter soddisfare il fabbisogno energetico con i mulini a vento, sta portando i suoi frutti.

Via via che i paesi “virtuosi” dicono no alle fonti meno verdi, si accorgono di due cose:

1 – Scoprono che sono costretti a dipendere sempre più da altri paesi per scaldare le casette bio green. E l’aumento della domanda (ad esempio per il gas russo) ovviamente fa alzare i prezzi.

2 – Dopo un po’ si accorgono che i fautori delle transizioni radicali non hanno la minima idea di cosa significhi vivere nella realtà. Così, dopo la Germania, anche in Italia si è dovuta precipitosamente riaprire una “sporca” centrale a carbone dell’Enel, pena blackout garantiti. Da notare che era stata spenta pochi giorni prima in ottemperanza al nuovo diktat green.



A proposito di gas (che da un punto di vista verde è certamente meglio del carbone). Pare che l’Italia sia ricca di giacimenti, dall’Adriatico alla Sicilia. Si stima che il loro sfruttamento potrebbe soddisfare il 25%-30% del fabbisogno nazionale per almeno 30-40 anni. Usare il gas di casa porterebbe notevoli vantaggi in termini di riduzione sia dell’indebitamento nazionale che dell’inflazione.

Ma evidentemente decidere come sfruttare quei giacimenti è un compito troppo complicato per i politici. E poi ora sono troppo impegnati con le cabine di regia, i green pass e le canzoncine dei virologi soubrettes.



E ora che si fa?


Cosa succederà nel 2022?

Lasciate perdere tutti i guru che si sono sgolati in questi giorni con l’oroscopo: le loro previsioni – come sempre – verranno prima dimenticate e poi, nella maggior parte dei casi, smentite.

Gli unici dotati di sufficiente autorevolezza per rispondere sono, come tutti sanno, i F.lli Boscoli, gli esperti del senno di poi. L’altro giorno la Boscoli & Associates, la loro società d’investimenti, ha tenuto una conferenza esclusiva riservata a un pubblico selezionatissimo (di cui mi pregio di aver fatto parte), dal titolo:

“2022, il futuro è chiaro: quando sale si vede”.

L’intervento clou è stato quello dello strategist nipponico Toshiro Sonamazza. Purtroppo, lui era in dad (come i suoi figli, tutti in quarantena perché a scuola c’era un compagno che aveva sentito al telefono un cugino positivo) e nel video Zoom non funzionavano i sottotitoli. Così, ho dovuto ascoltare l’intervento di 40 minuti in giapponese. Quindi, posso solo dirvi che per il 2022 non ci ho capito una mazza. Almeno di questo sono sicuro.


Altra cosa abbastanza sicura è che l’inflazione ci farà compagnia. Le prossime bollette di luce e gas non mancheranno di ricordarcelo.

Sul fronte dei Portafogli Colorati mi conforta avere delle buone posizioni in oro.

Più si va avanti e più, secondo me, si conferma il fatto che l’oro (questo relitto dell’antichità, come alcuni lo considerano) continua a esercitare la sua funzione di proteggere il valore del portafoglio. A patto che si abbia una giusta ottica temporale e non ci si faccia turbare dalle oscillazioni (ma questa è comunque una regola generale se si vuole investire).

Bisogna ricordare che nel 1971 il dollaro è stato sganciato dalla convertibilità in oro. In pratica da quel momento si è dato il via libera alla banca centrale a stampare tutti i dollari che voleva. Come è andata? Semplice, è iniziata la corsa alla svalutazione: ciò che costava 1 dollaro nel 1971 oggi ne costa 6,70.

In pratica il dollaro ha perso l’85% del suo potere d’acquisto. Nello stesso periodo il valore dell’oro è passato dai 35 ai 1800 dollari l’oncia, aumentando di 51 volte. Niente male.

Se guardiamo le cose a partire dal 2000, l’oro ha fatto molto meglio delle Borse. Nel grafico sotto, il gold in giallo, silver grigio, Dow Jones e S&P 500 blu e rosso:




Restringendo il campo, andiamo a vedere cosa è successo negli ultimi 2 anni, in termini di protezione dall’inflazione. Da inizio 2020 il Consumer Price Index (l’inflazione Usa) è aumentato del 7,8%, mentre il valore dell’oro è aumentato del 18,6%. Mica male.

Quindi, confermo: oro, senza dubbio.

Viste le prospettive, vorrei comprare qualcosa con un carattere più difensivo rispetto ai titoli tecnologici. Ad esempio gli alberi: un bene reale, una materia prima.

Rayonier è un’azienda che possiede oltre 1 milione di ettari di foreste negli Usa e in Nuova Zelanda. Il suo business è semplice: far crescere gli alberi e poi operare un taglio ecologicamente controllato e sostenibile per tutti gli utilizzi del legname e i derivati (dall’edilizia, al packaging di cartone, alla cellulosa per i pannolini…). Un titolo già avuto nei Portafogli nel lontano 2013 e che ora potrebbe rientrare.

Altro settore “noioso”, ma forse adatto ai tempi è quello dei cosiddetti beni di consumo di prima necessità: carta igenica, sapone, detersivi, shampo, pannolini, rasoi… Vorrei quindi comprare Procter & Gamble, il colosso che ci vende una sfilza infinita di marchi: Dash, Viakal, Lenor, Braun, Gillette, Venus, Pantene, Swiffer, Oral-B, Az …

Nel frattempo, i Portafogli Colorati sono stati aggiornati.

Tre trailing stop sono scattati.

Il primo è l’etf sulla Cina (Portafoglio Bolla Fucsia) che, dopo lunga agonia, alla fine ha raggiunto il livello di uscita a causa della perdurante fase negativa da quelle parti. Ci saluta con “protettivo” +2,7%...

Poi è arrivato il turno di Biogen (Portafoglio Rosso Big Babol), l’azienda biotech impegnata nella ricerca di una cura per l’Alzheimer. A forza di strappi all’insù e crolli improvvisi (legati agli esiti o alle aspettative sulle sperimentazioni), ha toccato lo stop e ci saluta con un -18%.

In ultimo Docusign, le firme digitali (Portafoglio Verdolino). Dopo una lunga salita parabolica, l’altro giorno il mercato ha preso male l’annuncio di risultati inferiori alle attese e, come spesso accade quando siamo in mezzo agli eccessi (in su e in giù), ha punito il titolo in modo brutale con un repentino -40%.

Il che ha ovviamente fatto scattare lo stop loss, ma a un livello molto più basso di quello preimpostato. Data però la salita parabolica precedente, si esce dalla posizione con un +166% in due anni e mezzo, che non è male.

Tutto ciò può servire a ricordare alcune cose:

1 – Gli eccessi prima o poi rientrano. E la volatilità prima o poi si presenta.

2 – I F.lli Boscoli dicono: “Quando sale si vede”, ma anche: “Quando scende va più veloce di quando sale”. È bene ricordarlo.

3 – Gli stop loss e i trailing stop, come ho detto tante volte, non sono né un rimedio infallibile, né la panacea per tutti i mali. Il rischio va controllato comunque; la volatilità e le perdite vanno sempre messe in conto. Altrimenti è meglio non investire.

In ultimo, nei Portafogli, voglio effettuare una vendita e una sostituzione.

In questo periodo, come già visto, le obbligazioni soffrono. Se la pandemia continuerà ad avere effetti negativi sulle economie, le obbligazioni dei paesi emergenti potrebbero soffrire ancora di più. A maggior ragione se il dollaro si rafforza verso le valute di quei paesi, stritolandole di fatto. Penso quindi che per il momento non valga la pena mantenere la posizione Candriam sugli emerging markets bond (Portafoglio Bianco) e la vendo con un sostanziale pareggio (+1,5%).

E ora la sostituzione.

Il tema dell’agricoltura sostenibile, l’attenzione agli sprechi di cibo, la sua qualità… penso sia molto interessante e “futuribile”. Motivo per cui ho inserito 8 mesi fa, nel Portafoglio Verdolino, l’etf Sustainable Future of Food. Ma, a dispetto del nome carino, il problema è che lo strumento non mi pare stia funzionando bene.

Se lo confronto con il fondo Pictet Nutrition, specializzato sullo stesso tema, mi viene voglia di effettuare una sostituzione. In un anno l’etf ha fatto +10% mentre il fondo +15%. Negli ultimi 6 mesi l’etf -4,3% mentre il fondo +2,5%.

Il che conferma che non sempre la gestione passiva “automatica” degli etf, con i suoi costi più contenuti, è garanzia di risultati migliori rispetto a un fondo gestito attivamente e con costi ben più alti. Ebbene sì, a volte succede. Ciò che conta alla fine è il risultato.


Riepilogando.


- Per il Portafoglio Verdolino vendo: Etf Rize Sustainable Future of Food

- Per il Portafoglio Bianco vendo: Candriam Sri Bond Emerging Markets

- Per il Portafoglio Verdolino compro: Pictet Nutrition cod. isin: LU0366534773

- Per il Portafoglio Verdolino compro: Rayonier, al Nyse, cod. isin: US7549071030

- Per il Portafoglio Grigio compro: Procter & Gamble, al Nyse, cod. isin: US7427181091


A questo punto mi fermo.

Io e Dolores vi auguriamo un buon anno… nonostante tutto. Cerchiamo di essere positivi, alla vecchia maniera.



A presto.



Giuseppe Cloza












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